eARThouse2016 _ una casa per le arti

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Titolo progetto: eARThouse2016
Localizzazione: Abetenim Arts Village, Regione Ashanti, Ghana
Periodo di realizzazione: da Luglio a Novembre 2016
Partner principale: Nka Foundation
Costo totale: 9616 €
Consulenti: Mantey Jectey-Nyarko (Ph.D), consulente Artistico, Dipartimento di Arte, KNUST University, Kumasi


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Il progetto mira ad accrescere l’uso di materiali naturali e recuperare tecniche costruttive locali, ampiamente accessibili dagli abitanti, così da stabilire una forte connessione con il contesto e le condizioni abitative locali. La principale funzione del progetto riguarda la produzione di opere di arte ed artigianato, ponendosi come una piattaforma per la condivisone di saperi.

Le fondazioni costruite in pietra granitica proveniente da una vicina cava e malta cementizia.
La lieve pendenza del sito ha permesso di limitare le opere di sbancamento, offrendo allo stesso tempo un naturale sistema di allontanamento delle acque dallo strato basamentale.
Per via del naturale declivio del terreno le fondazioni sono state realizzate su tre differenti quote.

Leggi l’approfondimento relativo allo sviluppo del progetto e la descrizione tecnica.

Per raggiungere la massima rivalutazione dell’immagine delle costruzioni in terra si è ritenuto opportuno utilizzare la tecnica pisé perché tendenzialmente vista, a livello locale, come un ammodernamento delle costruzioni in terra e quindi un possibile valido sostituto dei sempre più diffusi blocchi in cemento.

Per rendere la tecnica una valida alternativa alle costruzioni in cemento, questa deve essere competitiva principalmente in termini di costi, visto che le qualità strutturali e di comfort termico sono caratteristiche già riconosciute dalla comunità. Per ridurre i costi di costruzione sono state progettate delle casseforme in metallo, pensate come uno strumento comunitario, facilmente e rapidamente riutilizzabili da chiunque molto più a lungo delle comuni casseforme in legno.
Il progetto è stato elaborato e costruito insieme al saldatore locale ed ai giovani specializzati nella tecnica del pisé.

Dovendo rispondere alle condizioni climatiche tropicali l’edificio presenta pendenze marcate delle falde, timpani aperti e alti colmi per favorire la circolazione dell’aria. L’orientamento dell’edificio è studiato per incanalare i venti dominanti.
Sotto la copertura in lamiera, in corrispondenza degli appoggi, sono state posizionate delle fasce in gomma con funzione fonoassorbente.
Inoltre per limitare il soleggiamento diretto degli ambienti, le aperture principali sono state schermate con canne selvatiche locali chiamate babadua.
L’obiettivo era quello di elaborare soluzioni economiche e riproducibili da chiunque a prescindere dal proprio status sociale, così da migliorare le condizioni abitative attraverso semplici cambiamenti.

In questo progetto sostenibilità ha significato lavorare con budget limitati, cercando di elaborare soluzioni quanto più vicine alle capacità economiche dei locali. Riducendo i costi grazie all’utilizzo di materiali naturali combinati in soluzioni innovative, permette a chiunque all’interno della comunità di replicarle e migliorare le proprie condizioni abitative.

Problematiche

Mancanza di gestione e pianificazione di attività da parte della Fondazione nonostante la sua elevata diffusione mediatica. Numerosi edifici realizzati dalla fondazione sono tuttora privi di vita artigianale. La lontananza del Villagio delle Arti dal villaggio vero e proprio (5 min a piedi) non facilita il coinvolgimento della popolazione, che continua a percepirlo come un luogo “altro”, non ne comprende gli scopi e i vantaggi delle tecniche al suo interno sperimentate.

Soluzione elaborata

Nasce l’esigenza di costruire un edificio nel villaggio di Abetenim che parta da un reale bisogno degli abitanti, li coinvolga e che renda chiara l’effettiva accessibilità della tecnica.
Con queste intenzioni il team di LOAD ha avuto modo di conoscere Opoku.

Leggi l’approfondimento relativo allo sviluppo del progetto e la descrizione tecnica.



Progettisti: LOAD (Lorenzo Conti, Sara Bettoli, Mattia Lucchetti)

Lavoratori locali: Edward Anpomah (muratore), Opoku Sakodie (muratore), Abass Mohammed (muratore), Adamu Salifu (muratore), Kwame Yeboah (muratore), Kwaku Agyei (muratore), Kofi Asante (muratore), Sebe Antwibright (muratore), Yaw Mensah (muratore), Bugyei Boateng (muratore), Kwaku Agygemang (carpentiere), Sarfo (carpentiere), Odass (muratore), Abubakar (carpentiere), Andrews (idraulico), Kofi Nketia (elettricista), Kwame (elettricista), Kwame (saldatore).

Volontari: Ascenzi Maria Beatrice, Bina Francesca, Bonzagni Linda, Bordina Arianna, Borsari Paolo, Cesarini Mattia Emanuel, Cipriano Rosalba, Damato Paolo, Donadoni Martina, Franceschini Mattia, Gernow Amalie, Giamesio Luca, Marsili Sara, Montecchi Elsa, Nowak Aleksander, Pellizzola Chiara, Porfido Enrico, Serger Claire, Vanelli Francesca, Ventresca Ilenia, Venturini Giovanna, Villani Alessandro, Weiler Lara, Windley Georgina.

Ringraziamo sentitamente tutti i donatori e sostenitori che ci hanno dato la possibilità di portare a termine questo edificio per il villaggio di Abetenim.

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